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Correlazioni in Medicina



Strategie per la rivascolarizzazione multivasale nei pazienti con diabete mellito


In alcuni studi randomizzati che hanno confrontato strategie di rivascolarizzazione per pazienti con diabete mellito, il bypass aorto-coronarico ( CABG ) ha mostrato un esito migliore rispetto alla procedura PCI ( intervento coronarico percutaneo ).

È stato condotto uno studio per scoprire se una terapia medica aggressiva e l’uso di stent medicati sia in grado di modificare l’approccio di rivascolarizzazione nei pazienti con diabete mellito e malattia coronarica multivasale.

Nello studio randomizzato, i pazienti con diabete e coronaropatia multivasale sono stati assegnati a intervento coronarico percutaneo con stent a rilascio di farmaco o bypass aorto-coronarico.

I pazienti sono stati seguiti per un minimo di 2 anni ( mediana tra i sopravvissuti, 3.8 anni ).

A tutti i pazienti sono state prescritte le terapie mediche attualmente raccomandate per il controllo di colesterolo LDL, pressione sistolica ed emoglobina glicata.

L’esito primario era un composito di decesso per qualunque causa, infarto non-fatale del miocardio o ictus non-fatale.

Dal 2005 al 2010, sono stati arruolati 1900 pazienti in 140 Centri internazionali.
L’età media dei pazienti era di 63.1 anni, il 29% erano donne e l’83% aveva malattia trivasale.

L’esito primario si è manifestato più frequentemente nel gruppo intervento coronarico percutaneo ( P=0.005 ), con tassi a 5 anni pari al 26.6% nel gruppo PCI e al 18.7% nel gruppo CABG.

I benefici del bypass aorto-coronarico sono stati determinati soprattutto dalle differenze nei tassi di infarto del miocardio ( P inferiore a 0.001 ) e decesso per qualunque causa ( P=0.049 ).

L’ictus è risultato più frequente nel gruppo bypass aorto-coronarico, con tassi a 5 anni pari a 2.4% nel gruppo PCI e 5.2% nel gruppo CABG ( P=0.03 ).

In conclusione, nei pazienti con diabete mellito e coronaropatia in fase avanzata, il bypass aorto-coronarico è risultato superiore all’intervento coronarico percutaneo e ha ridotto in modo significativo i tassi di decesso e infarto miocardico, con un più alto tasso di ictus. ( Xagena2012 )

Farkouh ME et al, N Engl J Med 2012; 367: 2375-2384


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